La storia
Raccontiamo la nostra storia attraverso alcune date, che noi consideriamo i capisaldi dello sviluppo della nostra famiglia e della nostra azienda.
1870
Giuseppe Grasso, il bisnonno di Giulio Grasso, attuale titolare, si trasferisce con i suoi quattro figli da Calosso (AT) a Treiso di Barbaresco, dove acquista casa e terreni della Cascina Vallegranda.
Il 1870 è anche l’anno della “Breccia di Porta Pia”, quando gli italiani conquistano Roma, che l’anno successivo diventerà la capitale d’Italia.
1921
Luigi Grasso, conosciuto come “Vigin”, – il maggiore dei figli di Giuseppe – d’accordo con la moglie Maria Teresa, mette a dimora nei suoi poderi di Treiso le prime barbatelle di vite. Tre anni dopo, avrebbe raccolto i primi grappoli, li avrebbe vinificati e ne avrebbe fatto un po’ di vino per la sua famiglia e per la vendita in loco.
1922
In casa Grasso, alla Cascina Vallegranda nasce Ernesto, ultimogenito, dopo tre figlie femmine.
La Grande Guerra è finita da poco e nelle Langhe come nel resto d’Italia i viticoltori tornano a chiedere una legge sui vini di qualità e origine.Questa legge arriverà nel 1924, come Regio Decreto che riconosce i Vini Tipici di Pregio.
1955
Ernesto Grasso sposa Fiorentina, per gli amici “Fiorina”, che viene da Barbaresco, località Asili. In quella zona, la famiglia di “Fiorina” è proprietaria di alcuni terreni vitati nelle storiche zone di Asili e Pora.
Per Barbaresco, Treiso e le loro colline il 1955 è un anno difficile. Nel cuore dell’estate, un violento temporale causa una grandinata apocalittica, che distrugge il raccolto di quella vendemmia. Quell’anno, quasi 400 persone lasciano Barbaresco.
Due anni dopo, nel 1957, Treiso diventa paese autonomo. Ma in famiglia Grasso il legame tra i due comuni non si è più rescisso e rimane tuttora con le proprietà vitate presenti nei due paesi.
1959
In casa Grasso è un anno decisivo: da “Fiorina” ed Ernesto nasce Giulio Grasso, l’attuale titolare di Ca’ del Baio.
1965
Ernesto Grasso vinifica per la prima volta separatamente le uve della zona Vallegrande, destinata a diventare una delle Menzioni Geografiche Aggiuntive del Barbaresco.
Da un paio di anni, è in vigore la legge 930 del 1963 che ha istituito i vini a Denominazione di Origine. L’anno successivo, il 23 aprile 1966, il Barbaresco diventa vino a Denominazione di Origine Controllata, il primo passo per il rilancio definitivo di tutta la zona.
1982
Giulio Grasso sposa Luciana. Anche lei è di Barbaresco come “Fiorina”, la mamma di Giulio. Con questo matrimonio, in casa Grasso si rinnova e si rinsalda il legame che unisce i paesi di Treiso e Barbaresco.
Anche la natura benedice quel matrimonio: il vigneto, il suo terreno, il suo cielo e il suo vitigno Nebbiolo, regalano una delle grandi annate del Barbaresco.
Insieme, Giulio e Luciana, incoraggiati dai “grandi vecchi”, cominciano a ragionare sul futuro: selezionare nuovi terreni per poi acquistarli, produrre uve di altre origini e vinificarle separatamente per scoprirne le potenzialità e puntare a obiettivi di qualità sempre più elevati.
1988
Questa è una tappa strategica nel cammino aziendale: per la prima volta, si vinificano in azienda le uve della zona Asili di Barbaresco. Fino all’anno prima, venivano parzialmente conferite alla Produttori del Barbaresco, società cooperativa di cui la mamma di “Fiorina” era socia.
2004
Ca’ del Baio continua nella sua politica di selezionare le migliori vigne da Barbaresco. Così, per la prima volta, le uve del vigneto Pora sono vinificate separatamente e danno il loro vino prezioso.
2008
Un anno epocale in un’azienda come Ca’ del Baio che ha sempre privilegiato i vitigni a frutto nero fautori di vini rossi: Giulio Grasso, d’accordo con la sua famiglia, mette a dimora la prima vigna di Riesling renano. L’obiettivo è di produrre un vino bianco di stile elegante e di personalità forte.
2016
Stavolta, a Ca’ del Baio le belle notizie sono due: viene per la prima volta proposto sul mercato il Barbaresco Docg Asili Riserva, quello prodotto dall’annata 2011.
Nello stesso anno, Giulio Grasso viene selezionato “Miglior Viticoltore dell’anno” dalla Guida Vini d’Italia di Gambero Rosso.
Giulio dedica questo prestigioso riconoscimento al papà Ernesto, scomparso da poco, la vera memoria storica dell’azienda, un uomo buono, saggio, attento ai particolari e profondo conoscitore delle regole dell’azienda e della viticoltura.
Il 2016 è un anno importante anche per l’intero mondo del Barbaresco, perché celebra i cinquant’anni di riconoscimento della Denominazione di origine a questo vino.
Nonno Ernesto nella Vigna Asili – Luglio 2012